La famiglia dei Ciprinidi è una delle più numerose annovera 2914 specie di pesci d'acqua dolce, suddivise in più di 300 generi. Dal punto di vista acquariofilo la famiglia dei ciprinidi regala una notevole varietà di specie.
La famiglia è distribuita per la maggior parte dell'Europa e dell'Asia, più di 1200 specie; in Africa circa 500 specie; e in Nord America circa 300 specie.
Non vi sono ciprinidi nelle aree settentrionali di Europa e Asia. Sono quasi esclusivamente pesci d'acqua dolce, solo alcune specie tollerano l'acqua salmastra. Sono pesci pacifici che amano vivere in gruppi numerosi.
Biologicamente i ciprinidi sono abbastanza diversi tra loro: alcune specie vivono in acque correnti, altre in laghi e stagni; possono trovarsi in acque fredde di alta montagna, come Phoxinus phoxinus, così come in acque molto calde, dal bassissimo contenuto d'ossigeno, come Carassius carassius e Tinca tinca.
Molte persone conoscono i ciprinidi come piccoli e comuni pesci d'acquario (specialmente i generi Barbus, Carassius, Danio, Rasbora); molti ne hanno sentito parlare come animali da laboratorio, usati per le ricerche genetiche (Danio); come portafortuna le carpe koi nei laghetti da giardini Giapponesi; infine come delizie della tavola. Alcune grandi specie, come ad esempio Cyprinus carpio, sono state allevate per millenni in Cina, e per secoli in Europa.
Comportamento
La famiglia comprende specie che si riproducono facilmente, altre che non lo fanno al di fuori del loro ambiente naturale.
Caratteristica comune dei ciprinidi è che i maschi possono essere facilmente distinti dalle femmine durante il periodo della deposizione, grazie alla colorazione della livrea durante la riproduzione,e dai cosiddetti eczemi riproduttori, o tubercoli nuziali. Sono piccoli noduli bianchi che compaiono principalmente sulla regione cefalica.
Il comportamento riproduttivo tipico è quello di rilasciare liberamente uova e sperma in acqua, senza curarsi in alcun modo di esse; queste in genere aderiscono alle foglie delle piante acquatiche, dove dopo un breve periodo di sviluppo embrionale schiudono. Poche specie depongono uova planctoniche, che galleggiano nell'acqua e vengono trasportate via dalle correnti. Quasi nessuna specie pratica una qualche forma di cura parentale; fanno eccezione i maschi di Pseudogobio rivularis, che costruiscono una buca nel fondo e si occupano degli avannotti. I maschi di Pseudorasbora parva e di Pseudogobio proteggono i piccoli, mentre le femmine di Rhodeus e di Acanthorhodeus hanno sviluppato una forma di cura della prole passiva: depongono le uova, tramite un lungo ovodepositore che può raggiungere una lunghezza di 3-4 cm, che si sviluppa solo nel periodo riproduttivo, fra le lamelle branchiali dei bivalvi della famiglia Unionidae, dove poi a sua volta il maschio rilascia lo sperma, questi bivalvi vengono quindi usati come delle vere e proprie incubatrici. Gli avannotti sono dotati di una speciale membrana sulla testa, che consente loro di non essere espulsi dall'acqua che viene emessa con la respirazione dai mitili, dopo circa 4 settimane di crescita la membrana sparisce a poco a poco, consentendo agli avannotti di essere rilasciati in acqua aperta.
Acquariofilia
Vediamo qualche esemplare che può essere ospitato nei nostri acquari:
Barbus lateristriga qui scheda |
Capoeta titteya qui scheda |
Barbus pentazona qui scheda |
Barbus tetrazona qui scheda |
Barbus conchonius qui scheda |
Brachydanio frankei qui scheda |
Brachydanio rerio |
Capoeta semifasciolata qui scheda |
Carassius auratus |
Labeo bicolor |
Labeo erythurus |
Labeo frenatus |
Puntius lineatu |
Rasbora hengeli |
Rasbora heteromorpha |
Tanichthys albonubes |
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