Viste l’esigenze del CITES
di giungere ad un sistema
di identificazione più efficiente
e permanente per quanto riguarda le Tartarughe di terra, con età inferiore ai cinque anni e vista la disponibilita sul libero
mercato di micro-trasmettitori di piccole dimensioni
idonei ad una applicazione sottocutanea e indolore su con semplice applicazione negli esemplari
giovanili, e senza contro indicazioni per tali specie, la Direzione Generale
della Protezione della Natura e del Mare ha
stilato un nuovo ordinamento per la marcatura di
esemplari vivi del genere Testudo spp. In sostituzione
del metodo di riconoscimento fotografico,
con ripetizione annuale, attualmente
in uso.
Il nuovo ordinamento, in seguito al parere positivo del Ministero
della Salute e della Commissione
Scientifica della CITES, dal 1 gennaio 2012,
le marcature di tutte le tartarughe devono essere fatte con un radiosegnalatore (simile a quello usato per i cani) dovrà essere
effettuata entro il primo anno di vita, l'intervento dovrà essere fatto da un "professionista abilitato".
I vecchi certificati con foto dovranno
essere sostituiti alla scadenza con un nuovo
certificato da richiedersi al Servizio CITES territorialmente
competente, previo inserimento
del radiosegnalatore.
Le denunce di nascita
in cattività si intendono acquisite, in via definitiva,
da parte dei Servizi CITES del Corpo Forestale dello stato e delle Regioni a statuto
Speciale e delle Province autonome abilitate,
solo a seguito della formale comunicazione
degli estremi della marcatura.
-IDENTIFICAZIONE
ANIMALE DI COMPETENZA
VETERINARIA
Il Ministero della Salute si è espresso favorevolmente
al riconoscimento individuale di
queste specie ribadendo l’esclusiva competenza del
medico veterinario per quanto riguarda l’applicazione
del microchip.
La
nota del Ministero è in risposta alla richiesta avanzata
dall’Associazione Tarta Etruria sulla
possibilità di utilizzare microchip di ridottissime dimensioni
per l’identificazione di piccoli di
tartarughe appartenenti al genere Testudo ed
altri animali di piccole dimensioni.
La Direzione
Generale della Sanità Animale e del Farmaco
Veterinario “condivide pienamente la
necessità di identificare tali soggetti anche ai
fini della tutela delle loro condizioni sanitarie”.
La
nota ministeriale, firmata a dicembre e
recapitata per conoscenza a SIVAE, aggiunge che
“il loro riconoscimento individuale risulta utile
anche durante l’accertamento di reati
prodotti nei loro confronti”.
L’apposizione del
microchip “è di specifica competenza dei
medici veterinari, i quali tutelando la salute e
il benessere dell’animale, dopo averne accertata
l’idoneità fisica, lo marca basandosi sulle
caratteristiche anatomiche specie-specifiche e
sulle diverse dimensioni del soggetto secondo
le classi di età”.
fonte giornale Professione Veterinaria pubblicato il marzo 2012
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