martedì 10 aprile 2012

Gestione delle Trachemys specie


Chi di noi, vedendo delle piccole tartarughe nuotare negli acqua terrari o in vaschette di plastica di negozi, e fiere non ha mai pensato di portarsi a casa queste simpatiche bestiole?
Ma quanto sappiamo in realtà della loro gestione?(...)
(...)Non è così semplice come si pensa, la tristissima tartarughiera in plastica con la palma al centro non è di certo il suo habitat ideale! L’allevamento migliore per le Trachemys, tartarughe semi-acquatiche, è rappresentato da un laghetto all’aperto, il che risulta in genere poco realizzabile da chi le acquista; ma se la nostra casa dispone di un ampio giardino, un laghetto darebbe anche quel tocco in più di decorativo. Il laghetto dev’essere recintato per evitare fughe da parte degli animali o irruzioni di possibili predatori, provvisto di una zona asciutta per il basking e se l’intenzione è di farle riprodurre, di un’area con sabbia per la deposizione. Risulta indispensabile un buon sistema di filtraggio dell’acqua per assicurare una corretta igiene.
Se la realizzazione del laghetto non è possibile, l’alternativa migliore è utilizzare un acquario in vetro. Per due Trachemys di piccole dimensioni, massimo fino a 10cm, l’ambiente dev’essere almeno di 60x30x30cm. La profondità dell’acqua non deve superare i 5cm per le tartarughe neonate, mentre per le più grandi la profondità sarà pari alla lunghezza del carapace.
Ogni tartaruga deve facilmente accedere ad una zona asciutta, che può essere una roccia o un pezzo di legno.
La temperatura dell’acqua dev’essere di 24-26°C durante la giornata e ridotta di circa 5°C nella notte. Cio è possibile attrezzando l’acquario con un termostato. Porre molta attenzione a dove sistemare l’acquario in casa, di fronte ad una finestra il sole potrebbe creare un effetto serra, con successivo surriscaldamento del terrario.
Non usare per il fondo ghiaia, sabbia o altro materiale che possa essere ingerito, perché causerebbe costipazione intestinale!!!!!
In corrispondenza della zona asciutta mettere una lampada a incandescenza (da 40-100 watt in base alla grandezza del terrario), in maniera tale da creare un punto caldo di 30C. In questo modo le tartarughe potranno uscire e riscaldarsi come se si esponessero al sole. La luce va lasciata accesa per 12 ore al giorno. Accanto alla lampada riscaldante, si deve utilizzare una lampada a raggi ultravioletti (UVB), che svolge la stessa azione dei raggi solari per sintetizzare la vitamina D3, necessaria per le tartarughe. Va posta ad una distanza massima di 40cm dal fondo del terrario, e la luce dev’essere diretta e non filtrata dal vetro.

Dott. Tommaso Castellana
Ti è piaciuto l'articolo? Vota Ok oppure No. Grazie Mille! Puoi votare le mie notizie anche in questa pagina.

Nessun commento:

Posta un commento